[Flussi]
Siamo un po’ così, come meduse appese al soffitto. Ci dimeniamo nel mezzo di una corrente indomabile, ancorati al nostro filo per timore di cascare giù, per timore di farci male.
Urticanti gelatine che guardano il mondo attraverso il loro corpo semitrasparente, lucidi di sudore, pallidi di senso di colpa; siamo la peggiore creazione delle nostre stesse paure, siamo la peggiore risposta alle nostre stesse domande.
Illusi di conoscere il mare, convinti di avere il diritto di controllarlo e modellarlo sulle nostri mollezze, certi di essere capaci di farlo. Figli di arroganze secolari e di credenze fatiscenti ondeggiamo, scivoliamo uno sull’altro per tutta la vita, solo per arrivare infine su una spiaggia, e lì scioglierci al sole.