Scalogna (1 di 2)

[Varietà]

– E così, oggi, morirò.

Il pensiero del condannato rimase ingabbiato nella sua mente, senza trovare la forza per una minima verbalizzazione. Era stato trascinato sul patibolo, in attesa che il boia decretasse la sua fine.

– Morirò solo, senza neanche un insulto o uno sputo da parte di una folla carogna.

Non c’era pubblico ad assistere all’esecuzione, solo lui, il boia, un pavimento di legno unto e il filo mortale della mannaia accanto a lui. Si sentì quasi offeso, gli venne da pensare che avrebbe voluto un pubblico che lo osservasse morire, gli venne da pensare che una morte senza neanche uno spettatore valesse poco o nulla.

– Morirò senza neanche sapere il perché. Senza avere il conforto di una parola o di qualcuno da odiare.

Non c’era neanche stato un processo, neanche un qualche tipo di messa in scena per pulirsi la coscienza di fronte a Dio. Neanche un giudice puttaniere al quale prima implorare pietà e poi promettere vendetta dall’aldilà. Neanche un’accusa, neanche quella. Era stato semplicemente preso e portato via.

– Morirò così, nudo e gelido, come un pezzo di niente che non interessa a nessuno.

Aveva passato le sue ultime ore nella cella fredda e umida di una prigione dalle pareti bianche, in bilico su una graticola che lasciava intravedere i piani sottostanti e i compagni di sventura lì relegati. Negli attimi in cui i carcerieri aprivano la porta e lasciavano filtrare luce all’interno del tugurio, aveva scorto prigionieri provenienti da qualsiasi parte della terra, anche di etnie a lui sconosciute. Razze e soggetti di cui non avrebbe mai scoperto il nome, dato che sarebbe morto di lì a breve.

[Continua tra due giorni…]

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