[Flussi]
(Piccola nota al testo: oggi mi permetto di essere più autoreferenziale e diaristico del solito, per celebrare un personalissimo traguardo che mi fa piacere condividere)
Cinquantadue settimane fa era lunedì, oggi è mercoledì. È importante perché sono due – dei tre – giorni nei quali mi sono imposto di pubblicare quando tutto è partito.
Gabbiani grassi e fogli volanti oggi compie un anno e 158 testi originali, vari e variegati, vecchi e nuovi, belli e meno belli.
Il traguardo temporale, di per sé, ha poco significato se non in termini di statistiche. Ciò che conta, almeno per i gabbiani in sovrappeso, è il rispetto di una regola autodeterminata, che aveva l’intenzione di spezzare l’estemporaneità di una scrittura irregolare, eppure sempre presente negli anni.
Oltre all’autodisciplina quando si apre un blog, si crea un profilo, si imbastisce un qualsiasi tipo di bancarella virtuale dove viene esposta la propria merce creativa, in fondo si spera sempre nel successo.
Non per forza un successo – declinare il seguito in base alla tipologia di contenuto creativo – fatto di case editrici, presentazioni, premi e interviste. Ognuno ha in testa un personale tipo di successo che può essere fatto di numeri, riconoscimenti, vendette, interazioni, opinioni, richieste, conoscenze, messaggi nascosti in bottigliette di codice binario.
Esporre in pubblica piazza anche una sola opera del proprio artigianato mentale è un gesto allo stesso tempo estremamente arrogante ed estremamente generoso, a livello personale sempre rischioso. Ma non vorrei perdermi in ciance su un tema che ritengo totalmente soggettivo e per il quale credo sia giusto che ognuno conviva con le proprie paure, le proprie speranze, i propri sensi di colpa.
Insomma siamo qui, a soffiare su una candelina, a guardare il fumo che si dissolve e a chiedersi che sarà, che sarà, che sarà. Chi lo sa? E chi lo vuol sapere, d’altronde?
Tanti auguri ai gabbiani grassi e ai fogli volanti.