[In viaggio]
Quindi costui è l’oceano. Il fratello grande, quello con un nome e una carriera, un’autorità nel suo campo.
Non possiamo che fare le giravolte tra le sue dita, non possiamo smettere di osservarlo tanto è il tutto che esprime.
Impressionante è il suono, che pare voler riempire ogni vibrazione presente nell’aria, egocentrismo sonoro.
L’oceano pretende di colmare tutti i sensi, ottiene attenzione per natura.
Lascia che i bambini giochino con lui, che i ragazzi si convincano di domarlo, che le ragazze si ritraggano insieme a lui, che le coppie si distraggano per un rapido bacio, che gli uomini fingano di non esserne impressionati, che i poeti si facciano suggerire le parole dal vento, che i musicisti tentino di riprodurne le note sulle corde di una chitarra, che i pittori piangano cercando la spuma sulla tavolozza, che i vecchi gli sorridano perché sanno che tutto questo crediamo di farlo quando in realtà è l’oceano che ci concede il lusso di stare con noi per un attimo.
[Musica suggerita per la lettura: John Butler – Ocean]