[Flussi]
Ultimamente scrivo di rincorsa, con un po’ affanno a volte, al soldo di una scadenza di cui sono il committente.
Mi rimbomba in testa l’atto più che il contenuto, l’impellenza del rintocco più che la brezza della discesa. Meno spunti o flash, più ragionamento e sforzo.
Bene, la mente ha radicalizzato un’abitudine, scardinato il gene della pigrizia in favore di una metodo e impostato il promemoria di un impegno.
Male, a volte temo che la cadenza autoimposta non sia sincronizzata con l’effettiva disponibilità della scrittura, e che ciò porti all’effetto “consegna del compito in classe al suono della campanella”, con il rischio di produrre testi tanto per fare.
Eppure questo può anche essere un luogo dove sbagliare, osare ed esagerare.
In fondo cosa sia questo luogo, lo decido io.