Esperienza extracorporea

[The One]

Mi piace guardarti mentre parli con la gente.

Mi pare quasi irreale.

Osservarti interagire con il mondo, come se allargassi per un momento l’inquadratura, come se vivessi una di quelle esperienze extracorporee nelle quali i fantasmi sono di un azzurro semitrasparente, come se all’improvviso constatassi che esisti veramente.

Come se ogni tanto fosse necessario allontanarsi per vederti meglio.

Intanto tu parli, parli, parli e io sorrido, aspettando che mi guardi, per tornare ad avvicinarmi e vederti da vicino, vicinissimo.

Spettacolo capitale

[Varietà]

Balla, balla bambolotto
sopra un palco d’immondizia
fa’ una bella piroetta
in eterno il tuo supplizio.
Canta, canta marionetta
una nenia senza senso
alla fine del tuo atto
spera in una morte lesta.
Esibisciti per noi
grato per l’eternità
al padrone che lassù
sparge soldi agli operai.

Vita d’un paguro 3

[Varietà]

Edgar era affranto. Dall’altra parte della conchiglia gli arrivavano i singhiozzi della moglie, si sentiva in colpa e impotente. Erano mesi che litigavano pressoché tutti i giorni, ma questa era la prima volta che Marisa non riusciva a controbattere al malumore del marito.

Si amavano, di quello era certo, si amavano profondamente. Se lo ripetevano spesso, come se avessero bisogno di ricordarselo a vicenda, come se avessero bisogno di uno scoglio al quale aggrapparsi.

Sembrava passato un secolo da quando avevano firmato il contratto per l’acquisto del loro masso, da quando aveva tenuto tra le chele il piccolo Lucas per la prima volta, da quando si svegliava la mattina carico di entusiasmo per recarsi al lavoro di buon’ora, salutando tutti con il sorriso, orgoglioso di far parte della Cooperativa Pagurense, che tanto bene faceva alla società e all’ambiente.

O almeno così gli avevano fatto credere.

La Cooperativa si era rivelata una società satellite di una multinazionale con pochi scrupoli e molti profitti. Il mantello di solidarietà e politica green nascondeva un giro di interessi dell’élite dei granchi ben abbienti, che sfruttava la facciata eco-solidale della società per farsi belli alle cene di beneficienza, mentre riciclavano nient’altro che i loro guadagni illeciti. Gli scandali avevano colpito le alte sfere, ma gli effetti si erano sentiti perlopiù tra i semplici lavoratori: riduzione di personale, ritardi nei pagamenti e orari al limite del crostaceamente accettabile.

Negli anni la disillusione e la routine avevano fiaccato lo spirito di Edgar, portandolo, senza rendersene conto, a essere ciò che più di tutto detestava: suo padre.

Alzò lo sguardo e vide che sul comodino, tra la posta che Marisa aveva raccolto, c’era una cartolina colorata.

Proveniva dai Caraibi ed era firmata “Marcello”. Suo cugino. Quel maledetto fancazzista. Edgar fissò la cartolina per dieci minuti buoni, poi la stracciò.

Aria caffè

[Varietà]

Colonne!

Colonne a perdita d’occhio

righe in fasci da dodici

rigoroso ordine militarcronologico

sull’attenti!

Rinchiuse in celle colorate

cifre tristi gridano la loro innocenza

implorano per una boccata d’aria

– Aria, per carità! –

mentre dita di legno sbattono il capo su lettere sbiadite

caratteri immemori del loro significato.

Pausa caffè

liberi tutti

non andate troppo lontano

state dove possiamo vedervi

e non toglietevi per nessun motivo le catene dalle caviglie.

E invece 30

[Varietà]

Mi pareva

un vuoto ancestrale

una carenza vitale

un velo d’ingiustizia

una supplica nel deserto

uno spasmo di cordoglio

un’apocalisse di cellulosa

e invece era

finita la carta igienica.

Boccioli punti

[The One]

Chissà perché

quando penso a te

faccio rime idiote

e mi abbandona il senno

fuggito insieme al nesso

su un treno qualsiasi

stretti in un abbraccio

assennati e annessati

loro

mentre io resto qua

a bagnar le rose

in attesa di un bocciolo

che ti faccia sorridere.