[Flussi]
Procedo verso l’acqua sul dorso scheletrico di un dinosauro roccioso, tra vertebre irregolari quasi scivolo e cado. La bestia dorme da millenni, il respiro si percepisce appena, mischiato nel suono alla risacca delle onde. Nonostante l’immobilità dell’imponente animale la mia stabilità è precaria, mi devo reggere con le mani per non cadere tra le fessure e le crepe. Non sono mai stato bravo a camminare sugli scogli.
Una volta giunto all’acqua, però, ogni volta mi rendo conto di quanto sia più vero il mare visto da qui, da queste rocce umide che accolgono e respingono le carezze e gli schiaffi delle onde. Ostile e magnetico impone silenzio e rispetto, quindi mi siedo, respiro e ringrazio.