[Flussi]
C’è un momento in cui rallenti. Il metronomo delle gambe si allinea a poco a poco a quello del respiro. Pensi “perché non cammino a questa lentezza più spesso?”.
Tiri indietro le spalle, le rilassi.
Alzi gli occhi, guardi i tetti.
Avevi mai notato l’arcobaleno nelle fontane?
Non hai più una meta bensì un equilibrio da raggiungere, da mantenere e di cui godere.
Nel momento in cui rallenti il normale è narrazione, il bello è divino, il brutto è sfumatura. La realtà è un quadro di cui stai contemplando i particolari.
Cammini finalmente al tuo ritmo, falcata più profonda e misurata, conscio del tuo passo.
Nel momento in cui rallenti le parole si mettono al tuo fianco, non devono più rincorrere la tua frenetica distrazione, possono finalmente prenderti sottobraccio e sussurrarti all’orecchio come amanti che tornano a parlarti solo quando termini la sfuriata. Loro ti conoscono, sanno che meriti la loro considerazione solo quando rallenti. Ricorda, tieni stretto il loro braccio più che puoi perché ti aiuteranno a mantenere quel ritmo a lungo. Più tardi ti farai riassorbire dalla velocità, più cose potranno dirti.
Datti il tempo per rallentare, trova i minuti e ascolta il metronomo. Le occasioni saranno poche e l’equilibrio svanirà presto.