[Varietà]
– Ma io non voglio andarmene, sto bene qui!
– Basta! Ne ho abbastanza delle tue lagne adolescenziali. Zitto e mangia.
Lucas osservò la pietanza che la madre gli aveva servito: un misto di pesce e crostacei presentati alla bell’e meglio.
– Mamma, lo sai che sono vegetariano, sembra che tu lo faccia apposta!
– Senti, se vuoi fare il vegericoso prendi la tua roba e vai a vivere da tuo Zio Armando, a coltivare quella robaccia viscida che Poseidone-solo-sa che cosa sia. Io sono stanca delle tue lamentele sulla casa, sul cibo, sul lavoro di tuo padre e su tutto quello che secondo te c’è di sbagliato nella vita che abbiamo costruito. Non accetto più questa insolenza sotto questo masso, fila in camera tua!
Lucas sbuffò rumorosamente e si ritirò nella sua conchiglia sbattendo le chele.
Era esausto, ogni giorno i suoi genitori tiravano fuori quella maledetta storia del trasloco naturale, necessario, imminente. “Oramai sei cresciuto, urti qualsiasi cosa appena ti giri”, “Non puoi pensare di rimanere tutta la vita nella stessa conchiglia”, “Alla tua età tuo padre aveva già un bilocale tutto suo” e quella che detestava più di tutte “Cosa diranno al Club dei Crostacei se ti vedranno andare in giro con quel guscio pieno di buchi e rattoppi?”.
A Lucas non interessava un plancton di quello che avrebbero detto quei bavosi dal ventre molle. Lucas era giovane, forte, pieno di energia e voleva una sola cosa dalla vita: la felicità. Ed era certo che non l’avrebbe mai trovata se avesse ripetuto quello che i suoi genitori avevano vissuto prima di lui.
Immerso nella sua rabbia sentì arrivare il padre con il solito passetto stanco e deluso.
– Bentornato amore, com’è andata oggi?
– Mi sono rotto i peduncoli di questa vita del plancton.
– Edgar!
Il marito si ritirò nella sua conchiglia senza dire più nulla, Marisa si sedette di fronte alla cena che aveva preparato, chinò il capo e pianse.