Scusate, ero in muto

[Varietà]

Facce e paresi, lenti vortici di sorrisi scivolano nell’etere producendo un disgustoso gorgoglio, come di un lavandino color ruggine, come di un scarico di responsabilità intasato.

Cenni d’assenso rivolti al nulla si fanno strada tra inglesismi superflui, cataste di intuizioni banali e barricate di frasi fatte sprovviste di ragionamento.

Un’enorme, dilagante sensazione di disinteresse si espande nello stomaco, si arrampica sulla gola e si aggrappa all’ugola, godendosi lo spettacolo mentre si dondola nel vuoto.

Silenzi nauseanti si gonfiano come palloncini e volano alti sopra le teste, poi, quando non ne possono più, scoppiano, inondando la tastiera di sputacchi e imbarazzo.

“Scusate, ero in muto”.

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