Risveglio (2 di 2)

[Varietà]

[…continua da lunedì]

C’è un attimo, un esatto momento, in cui il cervello del dormiente non è più dormiente, un momento in cui viene alzata la levetta del contatore generale e l’elettricità sensoriale riprende a correre, contribuendo al passaggio di stato del soggetto, che in quel preciso momento smette di essere dormiente, malgrado quella che potrebbe essere la sua volontà.

Quello è il momento delle mosche.

Quello è il momento in cui entrambi gli animali partono, si lanciano in direzione dei padiglioni auricolari, hanno passato tutta la notta a scegliere come dividerseli – tu il sinistro, no tu, nel destro ci sono già stata ieri, testa o croce? -, e sanno che devono raggiungerli entro un certo tempo, altrimenti non potranno entrare e dovranno riprovarci domani.

Questa mattina sono state brave, entrambe sono riuscite a penetrare nei padiglioni auricolari che hanno scelto, ma si concedono un solo, minuscolo attimo di celebrazione. Subito si mettono all’opera, come violiniste in estasi muovono le zampe l’una sull’altra e diffondono la loro musica.

Pensieri, preoccupazioni, domande, impegni, dubbi, paure si accavallano nei padiglioni auricolari del non più dormiente, che si rifiuta di aprire gli occhi, che si rifiuta di svegliarsi.

Ma ormai è fatta.

Le mosche questa mattina hanno vinto e alla loro musica non si può sfuggire.

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