[Flussi]
Riapro gli occhi e sono sotto un vetro, l’acqua nei polmoni, provo a urlare ma non mi sento neanche io.
Vetro contro la faccia, vetro contro la schiena, sotto i piedi, sopra la testa, contro i fianchi. Muoversi non è possibile, davanti a me il grigio.
Percepisco solo lo scattare delle pupille, si spostano tanto rapidamente da farmi male, disperate ricercano uno scampolo di speranza, ma il campo visivo è occupato da un unico, nauseante, omogeneo color nebbia.
Boccheggio, gli spasmi dei muscoli fuori controllo mitragliano le viscere, tento un ultimo urlo muto, con tutto ciò che mi rimane di vivo.
Così è la fine.