[Flussi]
Le parole non sono ingranaggi che, se arrugginiti, bevono olio e tempo al bancone del Bar della Pigrizia.
Le parole sono decisioni da prendere, scelte da fare.
“Fare o non fare non c’è provare” è sintetico e potente, benché inflazionato.
La seconda, o prima, domanda però è “volere o non volere?”, quello separa i gesti e ritaglia il tempo.
Che c’è, c’è sempre.
Finché non finisce.