[Varietà]
Il contenuto che leggerete è stato ispirato dalla parola ANSIA. Il progetto #scritturadesecuzione consiste nel pubblicare a cadenza settimanale (solitamente il lunedì) un testo/poesia ispirato da una parola comune. Questa settimana partecipano: @alicenonsa, @laragazzachecorreconilupi, @iosonorainmaker, @hotel_caracas_cc, @gabbianigrassifoglivolanti, @sibilodivento, @aritmia_poetica. Tutti i testi sono visibili all’hashtag #scritturadesecuzione (valido per Instagram).
L’ansia è mortale.
Ottura i pori, secca la fronte, incrocia gli occhi, incrosta il naso, desertifica la bocca, gelatinizza le braccia, inumidisce i palmi, spreme i polmoni, affossa lo sterno, accartoccia lo stomaco, gonfia l’ombelico, fa appassire l’inguine, cementifica le cosce, sfalda le rotule, inarca i piedi.
L’ansia uccide ogni singolo organo del corpo.
L’ansia è mortale.
Quindi, per definizione, ha un inizio, una vita, un’evoluzione, una fine, un funerale. È mortale com’è mortale chi la partorisce, la cresce, la nutre, la vive.
Se l’ansia è mortale allora può essere uccisa.
Se può essere uccisa è necessario scoprire quale arma è più efficace.
Se l’arma è efficace l’ansia è mortale, è morta.